Federico II e i suoi trattati sulla cucina

Tra le varie passioni di Federico II non ultima è quella per la gastronomia, dove, al contrario di quanto accadeva con le donne, si mostrava al quanto attento e sobrio: un salutista.

La sua Corte itinerante gli ha consentito, nel corso della sua vita, di assaporare le cucine più disparate, fino a quelle di contaminazione araba. 

Lo stesso Imperator amava sperimentare ricette proprie, basandosi su studi scientifici personali che hanno fatto dell’alimentazione e dietetica, non solo di quell’epoca, anche di oggi, parte integrante nella pratica medica, favorendo, così, la nascita e sviluppo della ben nota Scuola Medica Salernitana.

Due sono i libri di cucina, giunti fino a noi, attribuiti a Federico II: 1) il Meridionale , scritto in lingua volgare, per evidenti ragioni logistiche, dal momento che avrebbe dovuto ispirare la cucina di corte nelle regioni dell’Italia meridionale, specialmente di origine sicula; 2) il liber de coquina, scritto nella lingua universale del tempo ‘quella latina’, destinato alla conoscenza da parte del mondo occidentale.

Dei veri e propri ‘trattati’ culinari, che celano l’intento politico e propagandistico di Federico II di voler riunire i diversi costumi alimentari dell’epoca, con le loro specificità locali, al fine di superare quella frammentazione governativa che tanto l’attanagliava.